lunedì 30 gennaio 2012

FROMM ERICH - AVERE O ESSERE?

Scritto & Inchiostrato da: Alvise

Arnoldo Mondadori, MI, 1977.

Erich Fromm nacque nel 1900 a Francoforte sul Meno da una famiglia molto religiosa di origini ebraiche.
Nel 1922 si laureò in filosofia ad Heidelberg con una tesi dal titolo “Sulla funzione sociologica della legge ebraica nella Diaspora”.
Nel 1930 pubblicò la sua prima tesi sulla funzione delle religioni su una rivista edita da Freud chiamata Imago.
Iniziò la sua carriera come psicologo freudiano ortodosso a Berlino.
Il 25 maggio 1934 emigrò negli Stati Uniti e esattamente ei anni dopo diventò cittadino americano.
Fromm visse e lavorò negli Stati Uniti fino al 1950, fino a quando si trasferì a Cuernavaca, in Messico.
Nel 1974 si trasferì in Svizzera, a Muralto, dove morì.
Fu un maestro della psicoanalisi e la sua carriera letteraria inziò con “Fuga dalla libertà “ (Escape from freedom) ma scrisse molti altri libri dove esaminò la società contemporanea; altri libri importanti furono “Marx e Freud” (Beyond the chains of illusion), “Anatomia della distruttività umana “ (The anatomy of human destructiveness), “Psicanalisi della società contemporanea“ (The sane society), “L'arte dell'amare” (The art of loving).


Il libro (saggio) parla delle due modalità esistenziali nella società umana, facendo una brillante e lucida spiegazione del concetto di avere e d'essere.
La prima semplificabile nello slogan “Sono ciò che ho”, è l'immagine della contemporanea società consumista e mercantile, nella quale le persone sono valutate in base ai loro possessi e la loro vita stessa vive in funzione dell'apparire e del dimostrare “Chi sono” mettendo in mostra ciò che hanno.
Fromm si avvale di autorevoli pensieri di altri filosofi per confermare le sue tesi e per dimostrarle, come per esempio per spiegare la millenaria lotta tra essere e avere porta come esempi il Nuovo e Vecchio Testamento, il Buddhismo, i pensieri di Maestro Eckhart (studioso teologo e misticista tedesco della fine del XIII secolo), Marx, Freud etc.
Secondo Fromm la modalità dell'essere (contrapposta a quella dell'avere) non è l'apparire ma la manifestazione del proprio Io, il quale deve essere sempre arricchito dal sapere in modo attivo e stimolato; inoltre nella modalità dell'essere, l’Io trova qualità quali amore, creatività, dialogo, condivisione, dare, aiutare, pace etc.
In ultimo, legato all'economia Fromm illustra come il sogno di uguaglianza sociale nato con l'industrializzazione sia fittizio e impossibile in quanto tutte le promesse a essa legate si basino sull'idea che le materie prime siano infinite; ciò non è reale e il perseguimento di questo sogno sta portando l'umanità e il mondo verso il disastro ecologico (stimato in un centinaio di anni). Al contrario Fromm mostra che l'industrializzazione ha solo accentuato conflitti sociali, legati all'avere che già esistevano, al posto di toglierli.
Da qui nascono indicazioni a volte drastiche che l'umanità dovrebbe seguire per migliorare e passare da avere a essere in modo da salvare il mondo.
 

Nel racconto non ci sono dei veri protagonisti, si parla dell'umanità e dei suo comportamenti; gli unici nomi che vengono fatti sono quelli di numerosi filosofi e scrittori che parlano dell'essere e dell'avere, come Aristotele, Marx, Freud, Bacon, maestro Eckhart, Buddha, Goethe... i quali non vengono descritti ma solo usati come esponenti della sua tesi o posti come antitesi dei suoi pensieri.

 Il libro è in grado di dare il giusto stimolo per fare una lotta contro se stessi per affermare in sé la modalità dell'essere in modo definitivo.
Prendendo come vero quello che c'è scritto nel libro ho fatto una sommaria analisi delle persone con cui interagisco quotidianamente, restando sorpreso da quante vivano secondo la modalità dell'avere e confermando altre mie ipotesi su persone che vivono in base a cosa hanno.
Siccome il libro è stato scritto parecchi anni fa, appena finito di leggerlo mi sono chiesto se i pensieri e le idee al suo interno siano ancora valide o se la società è mutata: in meglio, in peggio o su una strada non considerata.
A mio avviso sotto certi aspetti tutte le strade sono considerate: un punto che Fromm diceva indispensabile è quello del disarmo atomico che si è verificato, anche se i valori sono stati rimpiazzati da surrogati e alcuni simboli del consumismo individuati da Fromm sono stati sostituiti cambiando drasticamente la situazione, per esempio l'auto non è più tanto quel simbolo del consumismo come lo sono ora il computer e i cellulari, questi però non sono paragonabili alla macchina in quanto le potenzialità sono notevolmente diverse.

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