Scritto da Martina
Carmen Morales, uno dei protagonisti
del romanzo “Il Piano Infinito” di Isabel Allende, è una donna
schiava di una società patriarcale e maschilista, ma che nonostante
tutte le difficoltà riesce a liberarsi dal giogo paterno e a
diventare indipendente.
Forse questo personaggio, come del
resto molti altri nella storia della letteratura, rappresenta al
meglio la situazione delle donne di tutto il mondo, che purtroppo
anche ai giorni nostri in molti casi devono lottare per la propria
emancipazione.
Il macigno di un passato di soprusi
pesa ancora sulle spalle di donne un tempo schiacciate da esso, ma
che ora tentano di rialzarsi, e di gettare quella pesantissima pietra
nel strapiombo dell’oblio.
Fino a non molto tempo fa la
considerazione dell’universo femminile era infima: le donne non
potevano contare su alcun diritto, non avevano nessuna possibilità
di esprimere la propria opinione e le proprie capacità, il loro
unico compito era quello di accudire i figli e la cura
dell’abitazione familiare. I mariti potevano picchiarle, tradirle,
perfino ucciderle, ma non venivano puniti, dato che le loro consorti
erano creature inferiori , condannate a subire eternamente e senza
lamentarsi i soprusi del cosiddetto “sesso forte”. Inoltre,
quando alla superstizione si univa alla misoginia, le donne erano
condannate a morti atroci: nelle campagne medievali furono arse vive
numerosissime “streghe”, ree soltanto di avere uno stile di vita
poco consono alle usanze del tempo.
Questi sono esempi lontani nel tempo,
ma la completa subordinazione dell’universo femminile rispetto
quello maschile è continuata per molti secoli. Solo dopo la seconda
guerra mondiale in Italia alle donne è stato concesso il diritto di
votare, prima non si pensava fossero nemmeno in grado di eleggere un
proprio rappresentante, e la lotta per l’emancipazione delle
femministe è stata lunga e si è protratta per tutto il Novecento,
culminando negli anni Ottanta: proprio in questo periodo è
ambientato il “Piano Infinito” , che in alcuni capitoli è
riempito dalle descrizioni delle azioni del movimento femminista, e
delle sue battaglie per i diritti delle donne.
Oggigiorno nel mondo Occidentale
possiamo contare su una quasi completa autonomia delle donne: il
tasso di disoccupazione femminile è certamente più elevato di
quello maschile, ma ci sono numerosi esempi di donne che compiono
lavori importanti e che hanno un ruolo fondamentale anche in
politica: Angela Merkel, il cancelliere tedesco, è alla guida
dell’Europa nel lungo processo di risanamento dalla crisi, mentre
Hilary Clinton, braccio destro di Obama, svolge un ruolo fondamentale
nella politica internazionale.
Se l’Occidente è abbastanza evoluto
in questo settore, tuttavia il mondo asiatico, soprattutto quello
musulmano, deve ancora compiere delle trasformazioni ideologiche
fondamentali per la completa accettazione della donna, anche per un
fatto culturale. L’Islam impone una visione dell’universo rosa
assai ridotta che se estremizzata può portare a conseguenze
veramente disastrose : numerosi sono i casi di donne lapidate
pubblicamente solo per il fatto di aver tradito il marito, e il tasso
di disoccupazione e di analfabetismo femminile in quei paesi è
elevatissimo.
Nei regimi dittatoriali presenti in
estremo oriente la situazione è simile se non peggiore: in Cina
molte bambine sono abbandonate alla nascita, e alle donne non sono
concesse le possibilità di parlare o di entrare in politica . Aung
San Suu Ky, leader dell’opposizione birmana, è stata ostacolata a
tal punto da essere stata costretta agli arresti domiciliari per
moltissimi anni lontana della sua famiglia, e non gli è nemmeno
stato concesso di ritirare il premio Nobel conferitole non molti anni
fa.
Nonostante sia molto migliore la
situazione nella nostra società rispetto a quella musulmana e
asiatica, l’atavica concezione della donna-oggetto è ancore
impregnata nella mentalità maschile , anche in coloro che in teoria
dovrebbero legittimare la parità dei diritti: basta pensare ai
recenti scandali riguardanti escorts e cene “galanti” che hanno
coinvolto alcune tra le più alte cariche dello stato, o più
semplicemente alla miriade di pseudo-ballerine che ogni giorno
esibiscono il proprio corpo in numerosi programmi televisivi. La
riduzione della donna a soprammobile che questi esempi propongono è
estremamente nociva e pericolosa: come si può definitivamente
abbandonare un passato così ingombrante se anche oggi coloro che
dovrebbero difendere e promuovere le pari opportunità hanno una
concezione limitata e sbagliatissima della donna?
Forse avremmo bisogno di donne come
Carmen Morales al governo, che lotterebbero strenuamente per la
definitiva accettazione dell’emancipazione femminile ed
eliminerebbero per sempre anche gli ultimi residui di una concezione
superata e completamente errata della donna.
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