mercoledì 25 gennaio 2012

RENE' DESCARTES - IL DISCORSO DEL METODO

Scritto e inchiostrato da: EBRA


Quest'opera  propone una visione globale del pensiero del filosofo, fondamentale per comprendere al meglio come deve funzionare la nostra mente, come l'uomo deve utilizzare la sua ragione. E soprattutto pone le basi del pensiero Illuminista: l'uomo deve usare la ragione: tutti devono usarla poiché solo l'ignoranza e la superstizione portano a povertà e sopraffazione.
Si suole attribuire a Cartesio il merito di aver dato inizio alla filosofia moderna, per il suo rifiuto dell’impostazione scolastica.
Per la prima volta un filosofo cristiano sottopone a radicale critica la credenza religiosa e dissolve le teorie teologiche e metafisiche, spiegandole o come semplice residuo storico o come affermazioni di ordine psicologico.
Il Discorso sul metodo, che può essere considerato il manifesto di questa filosofia moderna, vuole fornire un percorso per giungere alla verità. L'autore affronta i temi cruciali dell’uomo: il problema dell’anima e del corpo, della natura che ci circonda e dell’esistenza di Dio.
L’elemento, tuttavia, che più di tutti è degno di nota, è il suo tentativo di dare una risposta a questi quesiti esistenziali attraverso un metodo di indagine nuovo, un criterio di analisi matematico.

L’opera si presenta come una sorta di biografia, nella quale Cartesio racconta l’evoluzione del proprio pensiero, divisa in sei parti, ed ha come scopo la presentazione di un nuovo metodo.
La prima parte è quella introduttiva. Cartesio comincia a delineare i motivi che lo hanno spinto a scrivere l’opera e attraverso questi racconta anche la sua vita.
Egli non vuole imporre il suo metodo, ma solo esporlo perché è consapevole di poter commettere alcuni errori.
Nella seconda parte riflette su come le opere compiute da un singolo siano superiori a quelle realizzate da molti. Però come l’architetto per costruire una nuova città deve abbattere le case vecchie, così il filosofo deve respingere tutte le opinioni che fino a d’ora ha accettato come vere per poi riprendere una per una e accettare solo quelle riconosciute dalla ragione come vere e immutabili.
Per respingere le opinioni false c’è bisogno di un metodo e l’autore sceglie alcuni precetti da seguire sempre:
1) Non credere che nulla sia vero se non è evidente essere tale;
2) Scomporre le difficoltà da esaminare in tutte le parti possibili;
3) Ricondurre con ordine i pensieri;
4) Elencare in modo completo i pensieri.
Nella terza parte espone la sua morale provvisoria che ha deciso di formulare in assenza di una filosofia stabile, così come un architetto quando ricostruisce una casa deve trovare un’ altra in cui abitare nell’attesa.

La quarta parte espone la metafisica, egli decide di respingere tutto ciò che fosse anche minimamente dubitabile come i dati sensibile che spesso ci ingannano. E trova il primo principio della sua filosofia “Cogito, ergo sum”.
La quinta parte è dedicata alla fisica, descrive la terra, le stelle, le montagne, i fiumi, il corpo umano.
La sesta e ultima parte inizia con la spiegazione dei motivi che avevano portato Cartesio a decidere di non pubblicare il Discorso. Venuto a conoscenza della condanna di Galileo aveva temuto che anche nella sua opera ci potessero essere dati contestabili, nonostante tutte le sue attenzione inoltre  se ci fossero state delle opposizioni egli avrebbe perso tempo necessario allo studio.
 Infine egli decide comunque di pubblicarla per due motivi:poiché aveva acquistato una certa reputazione voleva che non fosse cattiva; inoltre perché era impossibile  progredire nelle scienze senza l’aiuto di altri a causa di un infinità di esperimenti necessari al completamento della sua fisica.

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