Il No del
governo Monti a Roma 2020 scatena polemiche e pareri divergenti da
maggioranza e opposizione. E’ stata una occasione persa per il
rilancio del paese o sarebbe stata una spesa immensa e inaffrontabile
da un’Italia già vittima della crisi?
Veneto contro Roma. Venezia, infatti, una delle due candidate per ospitare la manifestazione.(ipotetico logo per le Olimpiadi 2020) |
L’amara
notizia ci è giunta alcuni giorni fa da Roma. Il “no” perentorio
di Monti alla candidatura di Roma come città olimpica crolla come un
macigno e schiaccia i sogni di coloro che nel 2020 immaginavano già
di vedere arrivare una miriade di atleti nella città eterna.
“Motivazioni
chiare ma non condivisibili”, sussurra affranto il sindaco
Alemanno, che vede sfumare il rilancio e il rinnovamento
dell’immagine della capitale.
Di certo il
demone della crisi greca scaturita anche per le immani spese dovute
all’allestimento dei giochi del 2004, circa 15 miliardi di euro,
non deve essere passato inosservato al Premier, anche perché a conti
fatti la cifra da sborsare dallo stato erano più o meno 4,7
miliardi, sui 9,8 di spesa totale.
“Il
governo non ritiene che sarebbe responsabile nelle attuali condizioni
dell’Italia assumere questo impegno di garanzia”. Con queste
parole Monti giustifica la sua scelta; con lo stato così ampiamente
in crisi la decisione di sostenere un’ulteriore spesa senza la
sicurezza di un guadagno effettivo era sicuramente una scelta
avventata e incoerente con le politiche di austerità adottate dal
governo tecnico, ma ciò ha suscitato le più disparate reazioni dai
partiti politici.
L’ex
ministro Giorgia Meloni lo definisce “un danno all’immagine
dell’Italia”, mentre il senatore del Pdl Domenico Gramazio
afferma che tutto ciò è una “vergogna per la capitale”.
Risposte
più moderate e addirittura favorevoli dal PD.
Francesco Boccia ,
deputato democratico , commenta “è
una scelta saggia, non sarebbe
stato opportuno ospitare
le prossime Olimpiadi. Il Paese è impegnato
nel
risanamento con uno sforzo enorme: quando sarà
conclusa questa
fase delicata sarà la volta di tornare a
metterci in gioco. I pochi
soldi che ci sono per lo sport,
intanto, investiamoli per preparare
gli atleti”. Forse è
stato troppo prudente, ma di certo Monti ha
evitato un
ulteriore aggravarsi del debito di uno stato già in
rosso,
con un Expò da ospitare prossimamente, e con alle
spalle dei
mondiali di nuoto che hanno suscitato enormi
polemiche per la
gestione e per i costi.
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