mercoledì 5 ottobre 2011

IRON MAIDEN: Powerslave

Scritto da: PILLI

 EMI Records,1984

Nell'anno in cui George Orwell ambienta il suo più celebre romanzo, gli Iron Maiden guidati dalla pazzesca voce di Bruce Dickinson pubblicano powerslave che non ha niente a che vedere col grande fratello di Orwell, ma comunque ha nella guerra il suo tema principale. Non mi stupisce che questo album abbia sforato i 10 milioni di copie vendute (secondo solo a The number of the beast) poiché la parte strumentale è assolutamente curatissima (anche se ho qualche riserve sulle tracce 3 ed 8, di cui parlerò in seguito): molto apprezzabile la mescolanza tra la potenza del rock degli Iron con ritmi che ricordano quelli delle ballate popolari.
La prima traccia (aces high) dedicata agli aviatori inglesi caduti nella seconda guerra mondiale è un classico Iron Maiden, niente di nuovo, ma pur sempre piacevole. 2 minutes to midnight (track 2) è entrata nel best off della band e penso che basti dire questo per far capire il valore della canzone che non abbandona il tema di guerra concentrandosi sull’utilizzo della bomba atomica nei conflitti. Losfer Words (track 3) è un pezzo strumentale che sinceramente ho davvero poco apprezzato a causa del ritmo banale e ripetitivo. Di Flash of the Blade (track 4), Back in the Village (track 5) e The duellist (track 6) non c'è moltissimo da dire, tema di Guerra al centro e un ritmo apprezzabile ma che non entusiasma troppo. La prima parla di un soldato che ricorda la sua infanzia quando giocva ad amazzare i draghi come San Giorgio e si accorge di quanto sia diverso della vera guerra, Back in the village parla di un uomo che torna al suo villaggio dopo un bombardamento descrivendo nei minimi particolari quello che è accaduto, chiudendo gli occhi e lasciandosi trascinare dal suono e dal testo sembra quasi che si possano rivivere gli stessi momenti di paura e tensione. The duellist racconta gli ultimi momenti di vita di un uomo caduto in un duello, il ritornello (tralatro molto , forse un pochino troppo, simile a quello di run to the hills)separa le varie scene della lotta: la prima dedicata alla preparazione del duello, la seconda al duello vero e proprio e la terza alla morte indicata come colei che falcia ed aspetta. Powerselve (track 7) è la canzone che da il titolo all’album, parla di un faraone che è alla ricerca dell’immortalità; questo spiega anche la rappresentazione “Ironmaidenizzata” del monumento egiziano di Abu Simbel sulla copertina del disco. Come ha già fatto in passato Bruce Dickinson sfrutta la laurea in storia e letteratura per scrivere una canzone su un capolavoro letterario, questa volta tocca a The rime of ancient mariner di S.T. Coleridge essere reinterpretata in chiave hard rock. Nonostante questa canzone mi abbia aiutato a ricordare la trama della storia durante le interrogazioni di inglese non lo trovo uno dei brani migliori della band: non sono riusciti a mio modesto parere a far provare con la musica le stesse emozioni che il vecchio marinaio faceva provare ai wedding guest nella ballata di S.T.C., anche perchè il ritmo in questa canzone, soprattutto verso la fine, è piuttosto ripetitivo. Posso capire che comporre una suite non sia semplice,ma data l'importanza e il valore della band, gli Iron non possono essere del tutto giustificati.

Nessun commento:

Posta un commento